Discussione:
Che tempo che fa, Fabio Fazio fa beneficenza a Carlo Cottarelli: le cifre dell'ultimo scandalo Rai
(troppo vecchio per rispondere)
Filippo Giustiniani
2018-10-13 18:17:00 UTC
Permalink
Il professor Carlo Cottarelli era universalmente stimato prima che la
politica decidesse di occuparsi di lui, guastandone l’immagine per
prevedibile conseguenza. Ha lavorato per Bankitalia, l’Eni, il Fondo
Monetario, scriveva acuti e spietati editoriali sui principali
giornali, teneva incontri e lezioni molto apprezzati, era candidato in
pectore di svariati governi tecnici. Poi il presidente Mattarella
decise di tendergli un agguato. Le elezioni erano passate da due mesi e
il governo ancora non si faceva, il Pd litigava con M5S, la Lega non
ambiva a fidanzarsi con Di Maio, Berlusconi non si sa che volesse. Così
il Colle, disperato, ebbe la stravagante idea di incaricare il
professor Cottarelli di trovare i numeri in Parlamento per un governo
provvisorio. Lo sventurato rispose, si munì di trolley e sprezzo del
buffo e per tre giorni recitò la parte del candidato a perdere per poi
ritirarsi. A Salvini e Di Maio bastò vederlo basculare per i palazzi
romani per stringere il contratto di governo ed evitare al professore
di aprire la valigia.


C’È SÌ E SÌ
Se ti telefona il presidente non puoi dire di no, ma a distanza di
qualche mese è facile pensare che Cottarelli sia stato utilizzato per
sbloccare la situazione. Lui, persona capace, onesta, e pure con
qualche idea, si prestò e per questo non si può criticarlo.
Molto più discusso e discutibile è il sì che il professore ha detto a
Fabio Fazio per tenere una rubrica fissa di economia ogni domenica sera
a Che tempo che fa. Questo sì, un trabocchetto della politica che
Cottarelli poteva scansare. Probabilmente, non sapeva a cosa sarebbe
andato incontro. Il professore ha trovato normale la richiesta, visto
che da trent’anni lo ingaggiano in tutto il mondo per tenere lezioni
d’economia, immagino ben pagate. Si sarà detto, cosa cambia a farle su
Raiuno anziché in un ateneo? Ha concordato il cachet ed è partito. Ma,
caro professore, questa parte la deve ripassare, perché ha sbagliato
risposta: cambia tutto.

Iniziamo dai soldi: Cottarelli prende 6.500 euro a pistolotto, manco la
lavagnetta di cui si serve per svelarci i numeri che reggono il pianeta
fosse d’oro. Sono cifre normali per un economista del suo calibro che
tiene una lezione, ancorché di cinque minuti, perché i tempi televisivi
comandano perfino su spread e deficit. Si può immaginare poi che Fazio
elargisca molto di più alle star hollywoodiane di cui talvolta orna la
sua trasmissione per chiedere loro se sono brave e belle. Per tagliare
ogni polemica sul nascere, Cottarelli ha specificato che il denaro va
in beneficienza, la qual cosa è confortante, ma il telespettatore ha un
altro punto di vista, più vicino all’idea che Fazio faccia beneficienza
a Cottarelli con i soldi di chi paga il canone. Cosa ne faccia poi il
professore del denaro guadagnato è relativo, intanto noi l’abbiamo
pagato.

CALCOLI SBAGLIATI
Intendiamoci, un insigne economista non ha bisogno della beneficienza
di nessuno e Cottarelli non è uomo che agisce per denaro. Lui è
persuaso di poter dare una mano all’Italia, e forse non ha tutti i
torti. Però riteniamo che, per inesperienza, vanità o eccessiva ansia
di comunicare il proprio pensiero, si sia fatto affascinare troppo dal
tubo catodico, che per taluni non ha prezzo; altro che 6500 euro.
Probabile che il professore oggi si stupisca che le sue comparsate gli
abbiano procurato attacchi politici da Forza Italia, M5S e altri,
quindi proviamo a spiegargli dove ha sbagliato i calcoli.

Fazio è il simbolo della tv prima veltroniana e poi renziana, comunque
anti-leghista, anti-grillina e anti-berlusconiana. Gestisce un salotto
radical chic, dove talvolta si prende in giro bonariamente la sinistra
per il suo eccesso di democrazia e valori, sempre si menano soffusi
fendenti su Salvini e Berlusconi, costantemente si convoca il potere
economico e culturale perché possa fare bella mostra di sé. Con tutti
gli sforzi che un uomo può fare per restare terzo e indipendente,
chiunque, anche il professore Cottarelli, lavori per Fazio entra
automaticamente a far parte di una scuderia e, per l’opinione pubblica,
porta il drappo rosso.

NON RINNOVI
Siamo certi che Cottarelli sia sinceramente perplesso dalla manovra del
governo del cambiamento e che le sue critiche domenicali siano
intellettualmente oneste. Però, fatte dal programma di Fazio, sembrano
una parte in commedia, per di più pagata anche dagli elettori
giallo-verdi, che sono la maggioranza, e non un’analisi indipendente.
Perciò, a prescindere da quel che dice, nessuno ascolterà i suoi
ragionamenti con orecchio libero, perché è il pulpito che è partigiano.
Se voleva mantenersi incisivo nella critica e condizionare il dibattito
politico, il professore doveva fuggire dalla messa cantata domenicale
dello showman caro all’intelligentia rossa. Siccome lo riteniamo più
intelligente dei rossi, siamo pronti a scommettere che quando, a
dicembre, scadrà il suo contratto, Cottarelli non rinnoverà e tornerà a
essere credibile.
Alberto Crei
2018-10-13 18:25:18 UTC
Permalink
Post by Filippo Giustiniani
Il professor Carlo Cottarelli era universalmente stimato prima che la
politica decidesse di occuparsi di lui, guastandone l’immagine per
prevedibile conseguenza. Ha lavorato per Bankitalia, l’Eni, il Fondo
Monetario, scriveva acuti e spietati editoriali sui principali
giornali, teneva incontri e lezioni molto apprezzati, era candidato in
pectore di svariati governi tecnici. Poi il presidente Mattarella
decise di tendergli un agguato. Le elezioni erano passate da due mesi e
il governo ancora non si faceva, il Pd litigava con M5S, la Lega non
ambiva a fidanzarsi con Di Maio, Berlusconi non si sa che volesse. Così
il Colle, disperato, ebbe la stravagante idea di incaricare il
professor Cottarelli di trovare i numeri in Parlamento per un governo
provvisorio. Lo sventurato rispose, si munì di trolley e sprezzo del
buffo e per tre giorni recitò la parte del candidato a perdere per poi
ritirarsi. A Salvini e Di Maio bastò vederlo basculare per i palazzi
romani per stringere il contratto di governo ed evitare al professore
di aprire la valigia.
C’È SÌ E SÌ
Se ti telefona il presidente non puoi dire di no, ma a distanza di
qualche mese è facile pensare che Cottarelli sia stato utilizzato per
sbloccare la situazione. Lui, persona capace, onesta, e pure con
qualche idea, si prestò e per questo non si può criticarlo.
Molto più discusso e discutibile è il sì che il professore ha detto a
Fabio Fazio per tenere una rubrica fissa di economia ogni domenica sera
a Che tempo che fa. Questo sì, un trabocchetto della politica che
Cottarelli poteva scansare. Probabilmente, non sapeva a cosa sarebbe
andato incontro. Il professore ha trovato normale la richiesta, visto
che da trent’anni lo ingaggiano in tutto il mondo per tenere lezioni
d’economia, immagino ben pagate. Si sarà detto, cosa cambia a farle su
Raiuno anziché in un ateneo? Ha concordato il cachet ed è partito. Ma,
caro professore, questa parte la deve ripassare, perché ha sbagliato
risposta: cambia tutto.
Iniziamo dai soldi: Cottarelli prende 6.500 euro a pistolotto, manco la
lavagnetta di cui si serve per svelarci i numeri che reggono il pianeta
fosse d’oro. Sono cifre normali per un economista del suo calibro che
tiene una lezione, ancorché di cinque minuti, perché i tempi televisivi
comandano perfino su spread e deficit. Si può immaginare poi che Fazio
elargisca molto di più alle star hollywoodiane di cui talvolta orna la
sua trasmissione per chiedere loro se sono brave e belle. Per tagliare
ogni polemica sul nascere, Cottarelli ha specificato che il denaro va
in beneficienza, la qual cosa è confortante, ma il telespettatore ha un
altro punto di vista, più vicino all’idea che Fazio faccia beneficienza
a Cottarelli con i soldi di chi paga il canone. Cosa ne faccia poi il
professore del denaro guadagnato è relativo, intanto noi l’abbiamo
pagato.
CALCOLI SBAGLIATI
Intendiamoci, un insigne economista non ha bisogno della beneficienza
di nessuno e Cottarelli non è uomo che agisce per denaro. Lui è
persuaso di poter dare una mano all’Italia, e forse non ha tutti i
torti. Però riteniamo che, per inesperienza, vanità o eccessiva ansia
di comunicare il proprio pensiero, si sia fatto affascinare troppo dal
tubo catodico, che per taluni non ha prezzo; altro che 6500 euro.
Probabile che il professore oggi si stupisca che le sue comparsate gli
abbiano procurato attacchi politici da Forza Italia, M5S e altri,
quindi proviamo a spiegargli dove ha sbagliato i calcoli.
Fazio è il simbolo della tv prima veltroniana e poi renziana, comunque
anti-leghista, anti-grillina e anti-berlusconiana. Gestisce un salotto
radical chic, dove talvolta si prende in giro bonariamente la sinistra
per il suo eccesso di democrazia e valori, sempre si menano soffusi
fendenti su Salvini e Berlusconi, costantemente si convoca il potere
economico e culturale perché possa fare bella mostra di sé. Con tutti
gli sforzi che un uomo può fare per restare terzo e indipendente,
chiunque, anche il professore Cottarelli, lavori per Fazio entra
automaticamente a far parte di una scuderia e, per l’opinione pubblica,
porta il drappo rosso.
NON RINNOVI
Siamo certi che Cottarelli sia sinceramente perplesso dalla manovra del
governo del cambiamento e che le sue critiche domenicali siano
intellettualmente oneste. Però, fatte dal programma di Fazio, sembrano
una parte in commedia, per di più pagata anche dagli elettori
giallo-verdi, che sono la maggioranza, e non un’analisi indipendente.
Perciò, a prescindere da quel che dice, nessuno ascolterà i suoi
ragionamenti con orecchio libero, perché è il pulpito che è partigiano.
Se voleva mantenersi incisivo nella critica e condizionare il dibattito
politico, il professore doveva fuggire dalla messa cantata domenicale
dello showman caro all’intelligentia rossa. Siccome lo riteniamo più
intelligente dei rossi, siamo pronti a scommettere che quando, a
dicembre, scadrà il suo contratto, Cottarelli non rinnoverà e tornerà a
essere credibile.
Chi ha scritto sta sviolinata?
Filippo Giustiniani
2018-10-13 18:28:05 UTC
Permalink
Post by Alberto Crei
Post by Filippo Giustiniani
Il professor Carlo Cottarelli era universalmente stimato prima che la
politica decidesse di occuparsi di lui, guastandone l’immagine per
prevedibile conseguenza. Ha lavorato per Bankitalia, l’Eni, il Fondo
Monetario, scriveva acuti e spietati editoriali sui principali
giornali, teneva incontri e lezioni molto apprezzati, era candidato in
pectore di svariati governi tecnici. Poi il presidente Mattarella
decise di tendergli un agguato. Le elezioni erano passate da due mesi e
il governo ancora non si faceva, il Pd litigava con M5S, la Lega non
ambiva a fidanzarsi con Di Maio, Berlusconi non si sa che volesse. Così
il Colle, disperato, ebbe la stravagante idea di incaricare il
professor Cottarelli di trovare i numeri in Parlamento per un governo
provvisorio. Lo sventurato rispose, si munì di trolley e sprezzo del
buffo e per tre giorni recitò la parte del candidato a perdere per poi
ritirarsi. A Salvini e Di Maio bastò vederlo basculare per i palazzi
romani per stringere il contratto di governo ed evitare al professore
di aprire la valigia.
C’È SÌ E SÌ
Se ti telefona il presidente non puoi dire di no, ma a distanza di
qualche mese è facile pensare che Cottarelli sia stato utilizzato per
sbloccare la situazione. Lui, persona capace, onesta, e pure con
qualche idea, si prestò e per questo non si può criticarlo.
Molto più discusso e discutibile è il sì che il professore ha detto a
Fabio Fazio per tenere una rubrica fissa di economia ogni domenica sera
a Che tempo che fa. Questo sì, un trabocchetto della politica che
Cottarelli poteva scansare. Probabilmente, non sapeva a cosa sarebbe
andato incontro. Il professore ha trovato normale la richiesta, visto
che da trent’anni lo ingaggiano in tutto il mondo per tenere lezioni
d’economia, immagino ben pagate. Si sarà detto, cosa cambia a farle su
Raiuno anziché in un ateneo? Ha concordato il cachet ed è partito. Ma,
caro professore, questa parte la deve ripassare, perché ha sbagliato
risposta: cambia tutto.
Iniziamo dai soldi: Cottarelli prende 6.500 euro a pistolotto, manco la
lavagnetta di cui si serve per svelarci i numeri che reggono il pianeta
fosse d’oro. Sono cifre normali per un economista del suo calibro che
tiene una lezione, ancorché di cinque minuti, perché i tempi televisivi
comandano perfino su spread e deficit. Si può immaginare poi che Fazio
elargisca molto di più alle star hollywoodiane di cui talvolta orna la
sua trasmissione per chiedere loro se sono brave e belle. Per tagliare
ogni polemica sul nascere, Cottarelli ha specificato che il denaro va
in beneficienza, la qual cosa è confortante, ma il telespettatore ha un
altro punto di vista, più vicino all’idea che Fazio faccia beneficienza
a Cottarelli con i soldi di chi paga il canone. Cosa ne faccia poi il
professore del denaro guadagnato è relativo, intanto noi l’abbiamo
pagato.
CALCOLI SBAGLIATI
Intendiamoci, un insigne economista non ha bisogno della beneficienza
di nessuno e Cottarelli non è uomo che agisce per denaro. Lui è
persuaso di poter dare una mano all’Italia, e forse non ha tutti i
torti. Però riteniamo che, per inesperienza, vanità o eccessiva ansia
di comunicare il proprio pensiero, si sia fatto affascinare troppo dal
tubo catodico, che per taluni non ha prezzo; altro che 6500 euro.
Probabile che il professore oggi si stupisca che le sue comparsate gli
abbiano procurato attacchi politici da Forza Italia, M5S e altri,
quindi proviamo a spiegargli dove ha sbagliato i calcoli.
Fazio è il simbolo della tv prima veltroniana e poi renziana, comunque
anti-leghista, anti-grillina e anti-berlusconiana. Gestisce un salotto
radical chic, dove talvolta si prende in giro bonariamente la sinistra
per il suo eccesso di democrazia e valori, sempre si menano soffusi
fendenti su Salvini e Berlusconi, costantemente si convoca il potere
economico e culturale perché possa fare bella mostra di sé. Con tutti
gli sforzi che un uomo può fare per restare terzo e indipendente,
chiunque, anche il professore Cottarelli, lavori per Fazio entra
automaticamente a far parte di una scuderia e, per l’opinione pubblica,
porta il drappo rosso.
NON RINNOVI
Siamo certi che Cottarelli sia sinceramente perplesso dalla manovra del
governo del cambiamento e che le sue critiche domenicali siano
intellettualmente oneste. Però, fatte dal programma di Fazio, sembrano
una parte in commedia, per di più pagata anche dagli elettori
giallo-verdi, che sono la maggioranza, e non un’analisi indipendente.
Perciò, a prescindere da quel che dice, nessuno ascolterà i suoi
ragionamenti con orecchio libero, perché è il pulpito che è partigiano.
Se voleva mantenersi incisivo nella critica e condizionare il dibattito
politico, il professore doveva fuggire dalla messa cantata domenicale
dello showman caro all’intelligentia rossa. Siccome lo riteniamo più
intelligente dei rossi, siamo pronti a scommettere che quando, a
dicembre, scadrà il suo contratto, Cottarelli non rinnoverà e tornerà a
essere credibile.
Chi ha scritto sta sviolinata?
senaldi

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