Geko
2020-10-28 18:00:53 UTC
Alessandro Giuli denuncia guarisco dal Covid e faccio querela
Il collega Alessandro Giuli ha contratto il coronavirus ed è in
isolamento domestico da dieci giorni. Alessandro, come stai? «Questo
virus è una brutta bestia perché dà l'impressione di essersene andato e
invece torna a mordere. Alcuni giorni fa ho avuto un alert da Immuni: mi
comunicava che ero entrato in contatto con un contagiato a Milano.
Intanto però il virus già girava a casa mia, tra moglie e figli.
Insomma, c'è stata una possibile doppia fonte di contagio». Quali sono i
sintomi principali? «Ho avuto febbre, raffreddore, dolori diffusi e ossa
rotte con perdita di olfatto e gusto; e in più un deficit di
ossigenazione che mi costringe ad assumere cortisone per evitare il
ricovero in ospedale».
Si dice: i Dpcm di Conte non ci salveranno dal Covid, ma ci faranno
morire di fame. Condividi?
«Be', i decreti del premier sono strabici, pieni di limiti e sicuramente
peggiorativi della situazione precedente».
Come commenti le proteste di piazza?
«La violenza non è mai ammissibile, anche perché è un elemento di
legittimazione di ulteriori provvedimenti restrittivi. Da sempre i
violenti sono i migliori amici delle pulsioni totalitarie di qualsiasi
governo malintenzionato. Detto questo, esiste un malcontento
comprensibile che va ascoltato, interpretato e orientato in una forma
dialettica pacifica».
Non aver investito sul trasporto pubblico e non aver attivato le terapie
intensive previste sono errori che Conte pagherà politicamente?
«Sono critiche pertinenti. Nella prima ondata non c'era il libretto
delle istruzioni e tutti sono stati travolti da una cosa inedita. Quello
che ora non si può giustificare è il ritardo nel rafforzare la medicina
del territorio e i presidi sanitari. Parlo coi medici dell'Asl che sono
disperati, non hanno il personale e gli strumenti necessari per
collegare pazienti e ospedali. Lo stesso si può dire dei trasporti, in
cui non sono stati messi a disposizione altri mezzi e non sono stati
razionalizzati gli orari. Insomma, stavolta le attenuanti non ci sono
più. Tutto ciò mi fa pensare che per la prima volta Conte andrà in
difficoltà in termini di consenso».
Lunedì scorso il programma di RaiTre Report ti ha tirato in ballo nella
vicenda dell'avv. Andrea Mascetti, una presunta eminenza grigia della
Lega che godrebbe di consulenze e incarichi e avrebbe un potere di
nomina in ambito politico e sanitario.
Cosa c'entri tu?
«Il mio nome è apparso in quanto nel 2017 avevo inviato per email al
senatore Siri una bozza del programma culturale della Lega, da me
scritto insieme ad altre persone, sottolineando che essa era stata
"supervisionata da Mascetti". Un fatto senza alcuna rilevanza
scandalistica, dal momento che poi quel programma è stato reso pubblico
in una conferenza stampa alla Camera dei deputati. Ma l'aspetto grave, e
secondo me dotato di rilevanza penale, è che Report tre anni dopo abbia
ottenuto chissà come e dato in pasto a due milioni di spettatori la mia
posta elettronica, senza avvertirmi preventivamente, con una chiara
violazione della privacy. Mi sono sentito indifeso, spiato e mi sono
chiesto cosa c'entrasse tutto ciò col diritto di cronaca. E mi chiedo
ancora: ma chi gliel'ha data a quelli di Report la mia corrispondenza
privata? E perché l'hanno resa pubblica, peraltro decontestualizzata, in
un modo così gratuito e obliquo? Per il momento non posso fare la
denuncia, essendo costretto in casa dal virus. Ma col mio avvocato mi
riservo di esplorare ogni soluzione».
Vincerai prima sul virus o su Report?
«Intanto portiamo a casa la vittoria famigliare sul Corona, tutto il
resto verrà dopo».
Il collega Alessandro Giuli ha contratto il coronavirus ed è in
isolamento domestico da dieci giorni. Alessandro, come stai? «Questo
virus è una brutta bestia perché dà l'impressione di essersene andato e
invece torna a mordere. Alcuni giorni fa ho avuto un alert da Immuni: mi
comunicava che ero entrato in contatto con un contagiato a Milano.
Intanto però il virus già girava a casa mia, tra moglie e figli.
Insomma, c'è stata una possibile doppia fonte di contagio». Quali sono i
sintomi principali? «Ho avuto febbre, raffreddore, dolori diffusi e ossa
rotte con perdita di olfatto e gusto; e in più un deficit di
ossigenazione che mi costringe ad assumere cortisone per evitare il
ricovero in ospedale».
Si dice: i Dpcm di Conte non ci salveranno dal Covid, ma ci faranno
morire di fame. Condividi?
«Be', i decreti del premier sono strabici, pieni di limiti e sicuramente
peggiorativi della situazione precedente».
Come commenti le proteste di piazza?
«La violenza non è mai ammissibile, anche perché è un elemento di
legittimazione di ulteriori provvedimenti restrittivi. Da sempre i
violenti sono i migliori amici delle pulsioni totalitarie di qualsiasi
governo malintenzionato. Detto questo, esiste un malcontento
comprensibile che va ascoltato, interpretato e orientato in una forma
dialettica pacifica».
Non aver investito sul trasporto pubblico e non aver attivato le terapie
intensive previste sono errori che Conte pagherà politicamente?
«Sono critiche pertinenti. Nella prima ondata non c'era il libretto
delle istruzioni e tutti sono stati travolti da una cosa inedita. Quello
che ora non si può giustificare è il ritardo nel rafforzare la medicina
del territorio e i presidi sanitari. Parlo coi medici dell'Asl che sono
disperati, non hanno il personale e gli strumenti necessari per
collegare pazienti e ospedali. Lo stesso si può dire dei trasporti, in
cui non sono stati messi a disposizione altri mezzi e non sono stati
razionalizzati gli orari. Insomma, stavolta le attenuanti non ci sono
più. Tutto ciò mi fa pensare che per la prima volta Conte andrà in
difficoltà in termini di consenso».
Lunedì scorso il programma di RaiTre Report ti ha tirato in ballo nella
vicenda dell'avv. Andrea Mascetti, una presunta eminenza grigia della
Lega che godrebbe di consulenze e incarichi e avrebbe un potere di
nomina in ambito politico e sanitario.
Cosa c'entri tu?
«Il mio nome è apparso in quanto nel 2017 avevo inviato per email al
senatore Siri una bozza del programma culturale della Lega, da me
scritto insieme ad altre persone, sottolineando che essa era stata
"supervisionata da Mascetti". Un fatto senza alcuna rilevanza
scandalistica, dal momento che poi quel programma è stato reso pubblico
in una conferenza stampa alla Camera dei deputati. Ma l'aspetto grave, e
secondo me dotato di rilevanza penale, è che Report tre anni dopo abbia
ottenuto chissà come e dato in pasto a due milioni di spettatori la mia
posta elettronica, senza avvertirmi preventivamente, con una chiara
violazione della privacy. Mi sono sentito indifeso, spiato e mi sono
chiesto cosa c'entrasse tutto ciò col diritto di cronaca. E mi chiedo
ancora: ma chi gliel'ha data a quelli di Report la mia corrispondenza
privata? E perché l'hanno resa pubblica, peraltro decontestualizzata, in
un modo così gratuito e obliquo? Per il momento non posso fare la
denuncia, essendo costretto in casa dal virus. Ma col mio avvocato mi
riservo di esplorare ogni soluzione».
Vincerai prima sul virus o su Report?
«Intanto portiamo a casa la vittoria famigliare sul Corona, tutto il
resto verrà dopo».